Come già sapete – o almeno dovreste sapere seguendoci 🙂 – LeaderShe da un po’ di tempo collabora con MOPI, Associazione che riunisce persone operanti o interessate all’area del marketing, della comunicazione e dell’organizzazione degli studi professionali, sia a livello nazionale che internazionale. Così, martedì 10 febbraio, prenderemo parte alla tavola rotonda dal nome “Il cervello dei maschi e il cervello delle femmine” (tematica che, già, abbiamo affrontato in un nostro precedente post); la relatrice dell’evento sarà Simona Manzone, fondatrice del progetto LeaderShe.
Questi interessanti incontri – organizzati periodicamente (per prenderne parte potete consultare il sito di Mopi) – offrono l’opportunità di approfondire la comprensione della condizione femminile nell’universo professionale: di pari opportunità, specialmente ultimamente, se ne parla molto, però, non si dà mai il giusto risalto alla condizione di “donna lavoratrice”, e ancor più di “donna lavoratrice libera professionista”: sull’argomento, si potrebbe dire molto e, anzi, esiste la precisa l’esigenza di “dire molto” perché gli attori coinvolti sono veramente tanti e , tra questi, sicuramente la necessità di una forma efficace di conciliazione, il desiderio di realizzazione, la percezione di sè in relazione all’autostima, il soffitto di cristallo, la gestione dei conflitti, la buona comunicazione, lo sticky floor…soprattutto, l’urgenza di “non parlare più solamente fra donne” ma di rivolgersi al mondo maschile per edificare un nuovo rapporto, professionale ma non solo, su basi solide e feconde. Non ci stancheremo mai di ripetere che non esiste una “questione femminile” che dovrebbe interessare esclusivamente le donne, ma esiste invece una “questione di genere” che – nonostante l’innegabile problematicità (non è un ambito così scontato la relazionalità fra sessi) – pone adesso in evidenza soprattutto come i tempi siano maturi per riconsiderare la categoria di genere e il suo influsso sulle nostre vite.
Donne e uomini non sono uguali, e non lo sono nè sul piano cerebrale nè su quello ormonale. Questo dato di fatto – che condiziona l’ambito comportamentale instaurando un ponte fra natura e cultura – non sottende alcun giudizio di valore perché, quando si parla di differenza, non esiste un referente che incarna il “meglio” e uno che rappresenta il peggio; in special modo, questa non-uguaglianza va considerata come una fonte di arricchimento: banalmente, due punti di vista sono sempre da preferire all’appiattimento di uno solo.
A tal proposito, martedì a Milano, si parlerà di come la materia grigia influenza l’essere uomo e l’essere donna alla luce delle ultime scoperte delle neuroscienze…lo sapete che la zona del cervello predisposta all’articolazione del linguaggio non è identica nei due sessi? Per scoprirne di più su questa caratteristica, e su molte altre, vi consigliamo di non mancare!