Lavorare sul gender balance e sul diversity management significa lavorare sull’intera organizzazione aziendale e non solo sulle donne. Anzi, spesso se non soprattutto, significa rendere consapevoli e partecipi gli uomini che lavorano con le donne, vuoi come collaboratori, capi o semplicemente colleghi.
L’equilibrio di genere è essenziale per la stabilità, l’armonia e il successo di un’azienda: le squadre di genere “misto” risolvono i problemi in modo migliore e con sensibilità più bilanciate: uomini e donne dovrebbero imparare a lavorare insieme in modo più efficace, coltivando le loro differenze e considerandole dei valori.
Oggi, vogliamo parlarvi di tutto questo attraverso le parole di un nostro corsista: Roberto, qualche mese fa, ha partecipato al percorso di Training He&She, uomini e donne insieme a lavoro: come giocare un doppio misto, incentrato – appunto – sull’importanza di riconoscere/comprendere la differenza di genere e renderla un valore aggiunto dentro le aziende. I formatori erano Simona Manzone (LeaderShe) e Girolamo Asta (Noesis)
1. Salve Roberto, potresti gentilmente raccontarci qualcosa di te? Di cosa ti occupi, qual è il tuo profilo professionale?
Mi chiamo Roberto, ho (quasi) 33 anni e sono sposato con 2 figli, di cui una (Beatrice) nata meno di un mese fa. Dal punto di vista professionale, sono laureato in Ingegneria Gestionale e, da circa 6 anni, lavoro in Zurich: per 5, mi sono occupato di Business Development all’interno della Direzione Commerciale; da poco più di 1, invece, mi occupo di attività di Project Management.
2. Con quale spirito hai preso parte al Training LeaderShe? In precedenza, del gender e della relazionalità uomo/donna declinata in ambito professionale, cosa pensavi?
Ho partecipato al percorso LeaderShe con estremo interesse e curiosità: mi piace molto lavorare in team e ritengo che un team ben strutturato debba avere necessariamente il giusto mix tra componente maschile e femminile.
3. Durante il tempo trascorso in aula, quali tematiche ti hanno maggiormente “colpito”? Cosa, insomma, ha attirato in special modo il tuo interesse, la tua curiosità etc.? Pensi che, per te, sia stata un’esperienza utile?
Sicuramente, mi ha colpito molto l’analisi delle differenze tra uomo e donna, sin dall’infanzia. Ho apprezzato molto il test che ci ha portati a conoscere le differenze tra i diversi cervelli (corticale/limbico, emisfero destro/sinistro) e il dibattito che ne è seguito. Così come ho apprezzato tutte le attività interattive.
4. Invece, nel dopo, “a freddo”, cosa ritieni ti sia rimasto del tempo trascorso con noi?
Mi ha colpito molto il tema del cosiddetto “gender gap” e di come la capacità di comprendere e valorizzare le differenze possa garantire alle aziende un notevole vantaggio competitivo. Questo è il concetto che più di tutti mi è rimasto e che mi auguro permei sempre di più le aziende che partecipano a questi corsi. Sono sempre più convinto infatti che donne e uomini abbiano competenze e caratteristiche complementari e, per questo motivo, devono essere messi in condizione di poter lavorare insieme con serenità.
5. Roberto, nel ringraziarti per la tua disponibilità, vorrei salutarti domandandoti se c’è qualcosa che ti farebbe piacere aggiungere, qualcosa che non ti ho chiesto ma pensi possa avere un valore per chi ci leggerà.
Mi piacerebbe conoscere casi di successo legati all’applicazione in ambito aziendale di quanto acquisito nel percorso LeaderShe.
...accogliendo con piacere lo spunto di Roberto, presto, vi racconteremo di alcune esperienze in azienda, casi in cui i nostri percorsi hanno portato un miglioramento!
[Roberto, nel salutarci, ci fa i complimenti per l’idea del blog che trova interessante – onestamente, la cosa ci rende particolarmente contente perché quando sono gli uomini a considerare il genere non solo come una questione femminile, quando sono gli uomini ad appassionarsi a certe tematiche e a riconoscervi importanza per un’azienda nel complesso, sentiamo che il nostro “messaggio” è riuscito a penetrare- e ci racconta del progetto gestito dalla moglie, un blog in cui racconta le esperienze di alcune imprenditrici, Startup in rosa. Noi, dal canto nostro, vi invitiamo a dare un’occhiata a questo blog perché – e non ci stancheremo mai di dirlo – la condivisione, il network (specie quello femminile e informale), è importante!]
Alla prossima.